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Robba divisa che ha toccato di parte a Federico Fanucci:
Un paio di pistole, uno schioppo, due canne di schioppo, una spada, attrezzi per il focolare, caldai, stoviglie, tovaglie, biancheria, stoffe, 4 letti, inginocchiatoi, cassapanche e vari mobili, sedie di damasco con pomi dorati, un telaio, 10 botti di vino, 24 quadri non stimati con fiori e paesaggi e uno rappresentante lo zio D. Gio. Marino Fanucci, altri 67 quadri con cornice la maggior parte con soggetto religioso valutati 104 Scudi, 66 mine di grano (66 Scudi), oggetti in argento per 5 libbre (60 Scudi), 4 posate nuove in argento con l'Arme di casa Fanucci (28 Scudi), altre posate in argento usate e scompagnate non valutate, tavoli e tovaglie per la servitù, una cavalla con finimenti e sella nobile decorata con trine d'argento e ricami d'oro (65 Scudi), un anello di diamanti (26 Scudi), vari vestiti (75 Scudi), 1/3 del valore del negozio della lana in società con un certo Sperandio Perugini (1045 Scudi), un podere a Catignano (1450 Scudi), un pezzo di terra di 4 mine, nella Villa di Padule (50 Scudi) un podere nella Villa di Padule, che era stato assegnato in dote alla madre nel 1697, (500 Scudi), un altro podere nella Villa di Padule (444 Scudi) e due poderi nella Villa di Campetella, Territorio della Schieggia (900 Scudi).
Per un Totale di 5718 Scudi che al netto del debito che tocca a Federico (1863 Scudi), ammonta a 3855 Scudi.
(Da notare che tra i debiti ci sono 20 Scudi per la balia del figlio Checco)
Uno dei quadri, stimati tutti da Nicolò Malatesta, pittore, " rappresenta S. Ubaldo che col tocco della sua bacchetta fece scaturire una fontana d'acqua da una pietra all'Abbazia di Vallingegno, Territorio di Gubbio"_______________________________ Robba divisa che ha toccato di parte a Felippo Fanucci:
Una carabina a miccia, una spada, due canne di schioppo, attrezzi per il focolare, caldai, stoviglie, tovaglie, biancheria, stoffe, 3 letti, un baldacchino di seta , inginocchiatoi, cassapanche e vari mobili, sedie di damasco con pomi dorati, un telaio, 10 botti di vino, 8 quadri non stimati rappresentanti santi, 61 quadri con cornice, molti rappresentanti fiori e altri con soggetto religioso, valutati 100 Scudi, 54 mine di grano (54 Scudi), oggetti in argento per 5 libbre (55 Scudi), 4 posate in argento con l'Arme di casa Fanucci (28 Scudi), altre posate in argento usate non valutate, un orologio d'argento a ripetizione (30 Scudi), vari vestiti, un calesse vecchio con cavallo, 1/3 del valore del negozio della lana in società con un certo Sperandio Perugini (1045 Scudi), metà dell' abitazione posta nel Quartiere S. Pietro, vicino alla Madonna degli Angeli valutata 900 Scudi, e una casa al vicolo dell'Orto come stalla, una casa dirimpetto comprata per fare la Battilana, e una casa quasi dirimpetto, piu' la metà di una bottega dove si rimette il calesse per un un totale di altri 264 Scudi, un podere nella Villa S. Erasmo (266 Scudi), un podere a Villa S. Giustino (800 Scudi), un podere nella Villa S. Cristoforo di Soffiano (900 Scudi), un podere nella villa di S. Angelo della Costa (530 Scudi).
Per un Totale di 5450 Scudi che al netto del debito che tocca a Felippo (1595 Scudi) ammonta a 3855 Scudi.
_______________________________ Robba divisa che ha toccato di parte a Girolamo Fanucci:
Uno schioppo, due pistole istoriate, uno schioppo da caccia, due spade, una sella e una briglia, attrezzi per il focolare, caldai, stoviglie, tovaglie, biancheria, stoffe, 3 letti, un cantarano, inginocchiatoi cassapanche e vari mobili, sedie di damasco con pomi dorati, 10 botti di vino, la libreria, un calesse nuovo senza cavallo, 9 quadri non stimati rappresentanti paesaggi, 44 quadri con cornice (alcuni dell'Allegrini), la maggior parte con soggetto religioso valutati 94 Scudi, 54 mine di grano (54 Scudi), oggetti in argento per 5 libbre (55 Scudi), 4 posate in argento con l'Arme di casa Fanucci (28 Scudi), altre posate in argento usate e non valutate, 1/3 del valore del negozio della lana in società con un certo Sperandio Perugini (1045 Scudi), metà della casa spettata a Filippo per un totale di 450 Scudi, piu' il capitale del negozio della seta (350 Scudi), un podere a Villa S. Erasmo (3600 Scudi).
Per un Totale di 5812 Scudi che al netto del debito che tocca a Girolamo (1957 Scudi) ammonta a 3855 Scudi._______________________________
Si noti che il documento è stato scritto manu propria da Girolamo e sottoscritto dai fratelli, dallo zio Ill.mo Canonico Giacomo Andreoli e autenticato dal Notaio il giorno 24 settembre 1735, Clemente XII Summo Pontifice sedente. Nell'autenticazione, in lingua latina, il notaio chiama i fratelli "Hieronymus, Philippus et Fridericus tres Germani de Fanuccis".
8°   Si dichiara, che tutti li beni appartenenti a D. Gio: Mari= |
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Ed infine veniva precisato che la presente divisione non riguarda: " li crediti, Luoghi di monti in Roma, residuo di Capitali, Iuspatronato di Cappellania, di reliquie, et altri beni non compresi nella presente divisione..." e che tutto ciò resti in comune, ma che possa dividersi su semplice istanza di ciascuno degli eredi. Ciò fa pensare che i Fanucci avessero ereditato crediti, Capitali ecc.., anche a Roma!..... (i "Luoghi di monte", corrispondono alle moderne obbligazioni, erano emessi dal Banco di Santo Spirito di Roma istituito dal papa Paolo V nel 1605, trasformando la Zecca pontificia in una banca e venivano garantiti dai possedimenti dell'Ospedale di Santo Spirito.)
Lo "iuspatronato di cappellania" è invece il diritto di nominare il sacerdote officiante in una cappella privata in cui forse avevano anche delle reliquie.
Inoltre tra i debiti di Girolamo ci sono 138 + 187 Scudi per il sig. Angelo Lentini procuratore in Roma, per spese sostenute nel 1734 e spese e funzioni da farsi in Rota nella causa contro il sig. Buttazzi nel 1735.
CONSIDERAZIONI FINALI:
Dall'esame dell'atto e dei successivi documenti reperiti da Fabrizio Cece (registri delle nascite e stati delle anime), si ricava che Francesco Maria Fanucci, morto nel 1721, si era sposato nel 1697 con la nobile Franca Andreoli.
Si può presumere che fosse nato circa nel 1670-75 probabilmente da una famiglia già ricca, tenuto conto che risultano possidenti sia i suoi zii preti che suo fratello Tomasso. Il primogenito Federico alla sua morte aveva 21 anni, gli altri figli erano minorenni e avevano 16 anni Girolamo, e 14 anni Felippo.
Il documento è stato redatto personalmente e poi sottoscritto da Girolamo, all'età di 27 anni e si puo' presumere che fosse studente in legge, o al servizio dello zio paterno il notaio Matteo Fanucci (citato nell'atto) o comunque talmente istruito da scrivere un documento molto complesso e tecnico, di 56 pagine, forse con la collaborazione dello zio materno, il canonico Giacomo Andreoli, che risulta aver effettuato personalmente le divisioni dei beni tra i nipoti.
Federico nel 1734 aveva 34 anni, era sposato con un figlio piccolo di nome Francesco Maria (Checco) e aveva già una sua casa (non ha voluto una parte di quella paterna), non era interessato al negozio della seta come Girolamo, e invece aveva portato avanti il negozio della lana essendosi messo personalmente in società con Sperandio Perugini già dal 1725.
Sembra strano che Federico, non sia riuscito a comprare dai fratelli minori almeno le posate d'argento con l'Arme dei Fanucci, non avendo senso dividere per tre, rovinandolo, un servizio da 12, a meno che ogni fratello non volesse tenere le sue posate per motivi affettivi.
Dalle ricerche effettuate pare che dopo il 1750 il commercio dell'arte della lana a Gubbio sia andato in rapido declino portando alla rovina chi basava tutte le sue fortune su tale commercio, ma non certamente i tre fratelli Fanucci, che avevano ciascuno tre o quattro poderi, oltre al negozio della lana.
La casa di Gubbio era stata acquistata dai Fanucci in 3 occasioni e da tre venditori nel 1679, 1686 e 1710 e poi ristrutturata, unificata e valutata 900 scudi dal capomastro.
I 2 poderi di Campitello erano stati dati in dote a Francesco Maria da due suoi zii preti Don Marino e Padre Vincenzo, che gli donarono ognuno 1/5 dei loro poderi a condizione che avesse un figlio maschio. Probabilmente il resto dei beni dei due sacerdoti fu lasciato alla Chiesa, che a Campitello ha ancora dei poderi.
Oggi a Campitello la proprietà dei Fanucci è stata smembrata tra tutti gli eredi, e ci sono solo tanti campi di circa un'ettaro o meno, divisi tra tanti proprietari, tutti parenti. Oltre ai Fanucci a Campitello ci sono solo le famiglie Braccini, Scarinci, Lanuti e Vergari, spesso imparentate tra di loro.
Lo zio Don Ubaldo Braccini, dopo aver fatto ricerche nell'Archivio Vescovile di Gubbio, mi ha inoltre inviato un elenco dei sacerdoti ordinati nella parrocchia di Scheggia o a Gubbio dal 1600 a oggi.
NOME DATA e LUOGO dell' ORDINAZIONE FANUCCI D. GIULIO 1602 Scheggia FANUCCI D. PIETRO 1667 Scheggia FANUCCI D. VINCENZO 1675 Gubbio FANUCCI D. ANTONIO 1676 Scheggia FANUCCI P. MARINO 16.. Scheggia FANUCCI D. PIETRO NICOLA 1730 Scheggia FANUCCI D. FRANCESCO 1759 Scheggia FANUCCI D. UBALDO ANTONIO 1769 Scheggia FANUCCI D. PAOLO 1783 Scheggia FANUCCI D. GREGORIO (Canonico) 1803 Scheggia FANUCCI P. ANTONIO 1865 Scheggia FANUCCI D. ANTONIO 1947 Scheggia FANUCCI D. ANGELO 1961 Scheggia FANUCCI D. MARIO 196.. Perugia?
Questa la trascrizione dell'atto:Come si vede abbiamo il nome del figlio (Giulio), di suo padre (Giovanpaolo), di sua madre (Romana) e addirittura di suo nonno (Matteo, che potrebbe essere lo stesso Matteus Fanutii di cui si parlerà in seguito e che potrebbe essere nato nei primi decenni del 1500).Adì 17 de settembre 1575: fu battezzato Giulio de Giovanpaolo
de Matteo Fanucci da Campetella e de donna Romana;
la comare donna Cattarina Orlandi.
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