Trovare lavoro oggi non è facile, in Italia a settembre 2017 il tasso di disoccupazione era fermo all'11,1%, praticamente immutato rispetto a 5 anni fa, contro una media dell'8,9% nell'area Euro, peggio di noi solo la Grecia (21%) e la Spagna (16,7%).
Ma la disoccupazione giovanile, nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, è pari al 35,7% (settembre 2017), contro una media UE di 16,6%, e il dato più inquietante è quello che riguarda gli “scoraggiati”, giovani che non hanno un impiego e hanno anche rinunciato a cercarlo, che in Italia sarebbero uno su cinque. A tutti questi vogliamo dire che l'arma numero uno per trovare un lavoro nel mondo complesso di oggi è invece proprio la fiducia in sé, nelle proprie capacità e nella propria voglia di imparare e di mettersi in gioco,
CERCO LAVORO - Come trovare lavoro è una domanda che oggi si fanno in tanti. Dare una risposta utile ed efficace è il nostro scopo, con questo corso e con le nostre guide possiamo insegnarti a trovare lavoro.
Il progresso tecnologico ha portato e porterà grandi benefici all'umanità ma ha sempre un costo. L'innovazione infatti sta uccidendo alcuni posti di lavoro, anche se ne creerà di nuovi e di migliori.
Secondo uno studio dell'università di Oxford, il 47% dei lavori che conosciamo tra 15-20 anni spariranno i ROBOT ci sostituiranno presto in molti lavori. Non esisteranno più bigliettai al cinema o sui treni, impiegati delle Poste, i bancari allo sportello, i vigili per fare le multe, gli operatori dei call center. Gli unici lavori che resisteranno saranno quindi i lavori che richiedono discrezionalità e interazione tra persone.
Entro pochi anni spariranno i lavori semplici e rimarranno solamente sia quelli altamente qualificati e creativi come quelli di: ingegneri, medici, insegnanti, ricercatori, programmatori, stilisti, attori o scrittori, sia quelli che richiedono invece scarse competenze ma interazione tra persone come: barbiere, estetista, badante, o anche cuoco, panettiere, sarto, idraulico, meccanico, falegname.
L'impatto delle nuove tecnologie e l'avvento dei ROBOT causerà la distruzione di tanti posti di lavoro e avrà l'effetto di accentuare le differenze di reddito e quindi la disuguaglianza sociale, per questo bisogna prepararsi cercando già da oggi il tipo di lavoro che verrà più richiesto in un futuro che appare sempre più vicino. La Quarta Rivoluzione Industriale è in arrivo e secondo un rapporto del World Economic Forum entro il 2020 spariranno più di 5 milioni di posti di lavoro, l'unico rimedio è la RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE.
Secondo l'economista premio Nobel Robert Schiller, bisognerebbe considerare l'introduzione di una TASSA SUI ROBOT per fare fronte agli enormi cambiamenti nel mercato del lavoro che avverranno nei prossimi decenni. Anche il Parlamento Europeo si è occupato della questione. Il 16 febbraio ha votato una risoluzione che invita la Commissione europea a stabilire delle regole su varie questioni che riguardano i robot e l'intelligenza artificiale: tra le altre cose,

la creazione di uno status giuridico per i robot (allo scopo di dare responsabilità civile ai robot in caso di incidenti);

un controllo sul mercato del lavoro che permetta di prevedere crisi occupazionali dovute all'automazione e prevenirle;

la stesura di un codice etico per chi progetta i robot.

LA DISOCCUPAZIONE TECNOLOGICA. L'Intelligenza Artificiale è una minaccia per gli esseri umani perché presto i robot ci sostitueranno in tutto, cancellando milioni di posti di lavoro, in quanto la maggior parte delle mansioni verranno svolte da macchine intelligenti e solo nelle fabbriche, infatti già oggi i robot servono i clienti, preparano cocktail, dipingono quadri e scrivono racconti. In Italia la situazione è già drammatica perché in questi ultimi anni il lavoro prima è stato prima delocalizzato per abbassare i costi, trasferendo la produzione in Paesi emergenti, dove gli operai costano meno che da noi, poi siamo stati invasi da lavoratori immigrati arrivati da noi sperando di guadagnare di più. Infine la miseria con cui venivano pagati gli immigrati è diventata il parametro a cui adeguare la paga dei nostri lavoratori, livellando così verso il basso tutti i salari. Il passo successivo sarà la sostituzione dei lavoratori con i robot, e poiché le prossime macchine saranno tanto intelligenti da poter sostituire non solo la manodopera pesante ma anche i colletti bianchi, l'unica salvezza sarà impegnarci in quello che i robot non possono ancora rubarci: la creatività e lo spirito di collaborazione. Si prevede che entro un decennio la metà dei posti di lavoro sia ad alto rischio di sostituzione da parte di robot o algoritmi e la maggior parte dei lavoratori sarà costretta ad adattarsi al cambiamento aggiornando le proprie competenze e trovandosi un nuovo posto di lavoro. In effetti anche se ogni giorno nascono nuovi lavori, la tecnologia sta distruggendo il lavoro in maniera molto più veloce di quanto ne abbia creato, non solo il settore manifatturiero, ma anche campi più complessi come la medicina, la finanza, l'assistenza ai clienti (esempio nei call center automatizzati), e anche il settore legale e quello che avverrà nei prossimi due decenni comincia a preoccupare sindacati, economisti, politici e ricercatori, ma forse non è ancora tutto chiaro. Davvero i robot ci ruberanno il lavoro? Probabilmente NO, in Germania che è il terzo mercato al mondo per la robotica, tra il 2009 e il 2015 la disoccupazione è calata del 37% mentre negli stessi anni il numero di robot venduti negli Stati Uniti è aumentato del 500%, contribuendo a creare 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro solo nel settore automobilistico. Certo, è possibile che in alcuni settori il lavoro umano calerà - e non sarebbe certo la prima volta che succede: dall'alba dei tempi la tecnologia serve a fare in breve ciò che costa fatica. Ma non è "colpa" della tecnologia: sta alla nostra società aiutare gli umani a emanciparsi da un'occupazione e inventarne un'altra più adatta a un uomo che a un robot. La CoViD-19 sta rimodellando il mondo sotto diversi aspetti uno dei quali è il lento ma inesorabile insinuarsi della tecnologia nelle nostre vite, dovuto alla necessità di rimanere in casa. La covid-19 sta accelerando l'evoluzione del lavoro, e costringerà molte persone a reinventarsi e ad acquisire nuove competenze per adattarsi alle richieste dei lavori del futuro. La pandemia sta accelerando il passaggio all'automatizzazione e alla digitalizzazione del lavoro: stando ad alcune previsioni, entro il 2025 si perderanno globalmente 85 milioni di posti di lavoro. I più colpiti saranno gli operai di fabbrica e gli impiegati d'ufficio che si occupano di amministrazione, contabilità e inserimento dati. Ma se da un lato milioni di persone cederanno il proprio posto di lavoro all'automatizzazione, dall'altro sorgeranno milioni di nuovi impieghi, saranno infatti richieste competenze tipicamente "umane", come capacità decisionali, gestionali e di comunicazione. E il futuro vedrà una crescita nella domanda di esperti in green economy, in cloud computing, in intelligenza artificiale e nello sviluppo di nuovi prodotti, ma soprattutto in assistenza agli anziani e ai malati e nell'insegnamento, settori in cui l'empatia umana è ancora una caratteristica indispensabile.

L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE CHAT GPT MINACCIA DI TOGLIERCI IL LAVORO?... L'intelligenza artificiale (AI) ha fatto grandi progressi negli ultimi anni, e avendo dimostrato di saper fare molti lavori meglio di noi umani, comincia ad aumentare il timore della possibile sostituzione di lavori umani da parte di macchine intelligenti. Gli esperti del settore cercano di capire quali sono lavori che l'AI potrebbe strapparci La paura di essere sostituiti da algoritmi e robot sembra ormai essere una realtà imminente. Tuttavia, gli esperti del settore mettono in luce che alcuni lavori sono più a rischio di altri, ma alcune competenze umane continueranno a essere altamente richieste. Lavori a rischio di estinzione nell'era dell'AI. Secondo questi esperti, i lavori a maggior rischio di sostituzione sono tutti quelli che richiedono compiti ripetitivi e prevedibili. Ad esempio, i lavori di produzione in catena di montaggio, che coinvolgono una serie di movimenti meccanici standardizzati, potrebbero essere facilmente automatizzati. Ecco alcuni lavori che facilmente verranno sostituiti dall'intelligenza artificiale: 1) - Correttori di bozze La correzione di bozze, che prevede un alto grado di attenzione e ore di lavoro di personale esperto, può essere svolta dall'intelligenza artificiale in pochi secondi, il che significa che sicuramente questo lavoro sarà sostituito dall'AI. 2) - Creatore di contenuti e riassunti Chiunque abbia utilizzato ChatGPT sa che può produrre molto velocemente riassunti, contenuti vari e testi quasi come potrebbe scriverli un giornalista o un content creator. Molti siti Web hanno iniziato ad usare l'intelligenza artificiale per creare contenuti e scrivere articoli, con alterni risultati, solo i giornalisti più bravi potranno rivelarsi insostituibili. 3) - Ruoli amministrativi di livello base Lavori semplici come prendere appunti, correggere documenti, scrivere riassunti, gestire fogli di calcolo, possono essere eseguiti facilmente da ChatGPT. Secondo una previsione di Goldman Sachs 300 milioni di posti di lavoro potrebbero essere sostituiti dall'intelligenza artificiale, e il ruolo amministrativo è il lavoro con la percentuale più alta (46%) di sostituzione. 4) - Addetti all'inserimento dati I ruoli di immissione dati comportano molte attività facili da automatizzare, a causa della semplicità e ripetitività e quindi saranno facilmente sostituiti dall'AI. 5) - Addetti all'assistenza clienti Molte aziende stanno cominciando a utilizzare l'intelligenza artificiale per gestire le richieste del servizio clienti. Spesso si uniscono a piattaforme più grandi come Amazon per rivolgersi all'intelligenza artificiale per gestire le richieste del servizio clienti, cosa che il gigante dell'e-commerce fa già da anni. 6) - Impiegati di banca, commercialisti e traders I ruoli nella contabilità e nella finanza sono maggiormente a rischio di essere assunti dall'IA, inoltre sembra che un software potrebbe essere migliore nel trading online rispetto ad un essere umano. I team di tutto il mondo stanno già utilizzando ChatGPT e Bard per prevedere risultati futuri e prendere decisioni migliori. 7) - Grafici Già oggi strumenti di intelligenza artificiale come DALL-E possono generare immagini in un batter d'occhio con una qualità che darebbe filo da torcere ai più grafici esperti. Strumenti simili potrebbero modificare profondamente l'industria del design grafico, e infatti alcuni artisti stanno già utilizzando questi tool a proprio vantaggio, ma sono sicuri che difficilmente potrebbero essere sostituiti dall'AI.. 6) - Avvocati e assistenti legali Negli USA assistenti legali AI sono già in commercio, Casetexts, esamina documenti e promemoria legali e aiuta gli avvocati a preparare le deposizioni. Può analizzare i contratti e verificare se siano in conflitto con le leggi, nonché identificare i potenziali rischi che l'azienda potrebbe dover affrontare a fronte del contratto. In Italia gli avvocati sicuramente sono troppi, ma è ancora presto per poterli sostituire tutti con l'AI, e sicuramente i più bravi non rischiano nulla. 9) - Ingegneri del software e programmatori OpenAI sta già utilizzando capacità di programmare di ChatGPT spaventando gli operatori del settore del software. L'intelligenza artificiale può automatizzare gran parte dei test ripetitivi che gli ingegneri del software eseguono attualmente durante lo sviluppo di un programma, così come molte attività solitamente assegnate agli ingegneri del software junior, ma sicuramente non avrà le competenze per sostituire gli ingegneri che creano software altamente complesso che richiede creatività umana. Quindi come abbiamo visto, l'AI non può sostituirci del tutto: La vera sfida sta nell'adattarsi a un ambiente lavorativo sempre più automatizzato., acquisire nuove competenze e di adattarsi al cambiamento. La capacità di pensare in modo critico, di risolvere problemi complessi e di lavorare in team sono abilità tipicamente umane che le macchine intelligenti non possono davvero replicare. Pertanto, concentrarsi sullo sviluppo di tali competenze sarà fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro. Inoltre, gli esperti evidenziano che l'AI può anche creare nuove opportunità di lavoro. L'implementazione di sistemi di intelligenza artificiale richiederà la supervisione umana e lo sviluppo di nuove soluzioni. Pertanto, l'interazione tra l'Intelligenza Artificiale e l'essere umano porterà sicuramente a una creazione di posti di lavoro altamente specializzati.

ECCO UN ELENCO DEI 10 LAVORI PIU' RICHIESTI NEL PROSSIMO FUTURO Suddivisi in lavori per diplomati e lavori per laureati: - Collaboratrice familiare: sarà una delle figure più richieste nell'immediato futuro, badanti, governanti, per assistenza agli anziani. - Assistente sanitario: con una laurea specifica in medicina, l'assistente sanitario si occupa della cura dei pazienti - Infermiere: anche questo lavoro subirà una rapida espansione nei prossimi anni, complice l'invecchiamento della popolazione. - Assistente alla terapia di riabilitazione: serve un diploma in riabilitazione per poter aiutare le persone a recuperare le proprie capacità fisiche. - Fisioterapista: è richiesta una laurea specifica, il lavoro consiste nell'aiutare i pazienti in condizioni fisiche croniche. - Assistente alla terapia occupazionale: l'assistente aiuta i pazienti fornendogli esercizi fisici consoni alla loro condizione. - Terapista: è sufficiente un diploma specifico, il Terapista aiuta la riabilitazione del paziente sportivo con esercizi idonei. - Maestro e professore :è necessaria una Laurea specifica, per dedicarsi all'insegnamemto nelle scuole dalle elementari alle superiori. - Tecnico di pale eoliche e pannelli solari: è necessario un diploma a indirizzo tecnico per svolgere manutenzione, ispezioni e riparazioni di problemi elettrici o idraulici. - Aiuto alla terapia occupazionale: la mansione richiede una laurea specifica e consiste nella riabilitazione di soggetti con problemi cognitivi, mentali o fisici. - Analista ricercatore: è necessaria una laurea in Matematica o in Statistica per essere in grado di analizzare situazioni complesse e risolverne i problemi. - Consulente finanziario personale: questa mansione richiede una laurea in discipline economiche e si svolge da libero professionista. - Statistico: è necessaria di una laurea in Statistica o Matematica, lo Statistico aiuta le aziende a risolvere problemi e prendere decisioni importanti. ECCO QUI UN ELENCO DI ATTIVITA' CHE OGGI SONO AI PRIMI POSTI SU INTERNET E CHE UN ROBOT NON POTRA' MAI RUBARVI Artigiani (fabbri, idraulici, elettricisti, falegnami, imbianchini, pulizie, disinfestazioni, derattizzazioni e spazzacamini), Aziende che vendono e installano condizionatori e climatizzatori, Aziende o artigiani che vendono e installano caldaie e stufe, Vendita e installazione di infissi e serramenti, Imprese edili, costruzioni e ristrutturazioni edilizie, Avvocati, specialmente se esperti in separazioni o divorzi, Commercialisti esperti in ricorsi contro l'Agenzia delle Entrate, Dentisti economici, specialmente in Croazia e Ungheria, Studi medici o di medicina alternativa, Infermieri, Antennisti per installazione di antenne TV e parabole SKY e riparazione TV, Scuole di lingue straniere e chi fa corsi di ricostruzione unghie, B&B, agriturismi, alberghi, hotel, residence, affitto case vacanze, Produttori di arredamento per negozi e parrucchieri, Produzione di abbigliamento come vestiti da sposa in seta dipinta a mano, Cartomanti esperti in incantesimi e legamenti d'amore, Aziende di traslochi, piccoli trasporti e sgombero cantine, Fotografi, fotografi per matrimoni, fotoreporter, giornalisti. L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE PUO' ESSERE DAVVERO UN RISCHIO PER L'INTERA UMANITA'? Molti si preoccupano solo che l'AI possa toglierci qualche posto di lavoro, altri che possa dare risultati sbagliati alle nostre domande, ma oggi anche Sam Altman, il fondatore della Open Ai, uno dei creatori dell'intelligenza artificiale comincia ad avere forti dubbi sulla sua effettiva utilità tenuto conto dei RISCHI che il suo sviluppo incontrollato potrebbe avere per l'intera umanità. Qualcuno l'ha paragonata all'invenzione della bomba atomica e il rischio è che, come gli armamenti nucleari, potrebbe distruggere l'umanità. Ecco almeno tre rischi per tutti noi: Primo rischio naturalmente è che l'AI faccia troppo bene quello che le abbiamo insegnato, eliminando posti di lavoro qualificati in moltissimi ambiti, dal giornalismo all'intero sistema della comunicazione, alla programmazione, all'intrattenimento, ai settori legale, bancario, finanziario, assicurativo, al marketing e all'assistenza-clienti, ai trasporti, alla produzione di immagini e video, rendendo obsoleti i sistemi produttivi di un gran numero di imprese. Il secondo rischio, ancor più pericoloso, è che l'AI faccia molto bene quello che non vorremmo che facesse: esercitare una sorveglianza ubiqua e intrusiva, disinformare e diffondere notizie false e infondate, manipolare le persone attraverso una comunicazione individualizzata e intima, alterare i risultati elettorali, trasformarsi in uno strumento bellico, disabituare gli studenti, i giornalisti e gli scrittori a produrre pensiero critico. Il terzo rischio, quello che oggi, sta allarmando i ricercatori, e gli stessi creatori, ma che forse è poco chiaro ai non addetti ai lavori, è che l'AI arrivi a fare qualcosa che riusciamo a stento a immaginare, in modi che non saremmo in grado di capire e seguendo criteri che NOI non le abbiamo insegnato e che NOI non condividiamo. è ciò di cui finora hanno parlato solo gli autori di romanzi di fantascienza come TERMINATOR che hanno preconizzato la distruzione dell'umanità da parte di una intelligenza artificiale (Skynet) la quale, raggiunta l'autocoscienza, si ribellerà all'umanità scatenando un olocausto nucleare Insomma quello che preoccupa di più, è che ormai, nessuno sa bene come funziona questa Intelligenza Artificiale, nemmeno chi l'ha creata! E che forse sarà difficile fermarla, per questo il governo Americano sta studiando come istruire degli hacker per bloccarla in qualche modo. ECCO UN ESEMPIO DEI SITI PROMOSSI DA NOI AI PRIMI POSTI SU GOOGLE

CERCO LAVORO, ma IL LAVORO NON C'E'
Questa più che una verità, a volte è un alibi. Tanti giovani smettono di cercare lavoro ormai rassegnati, ma basta cercare un po' anche su internet, e si trova una quantità impressionante di offerte di lavoro, per cui non si capisce come una persona normale possa non trovare lavoro.

IL LAVORO BISOGNA SAPERLO CERCARE....
In Italia da febbraio 2013 alla fine del 2014 sono state pubblicati annunci di ricerca di personale per circa 700.000 posizioni di lavoro.
QUINDI TROVARE LAVORO NON è IMPOSSIBILE, seguici sul nostro sito ti insegneremo a fare un CURRICULUM PERFETTO, e a prepararti da vincente per un COLLOQUIO DI LAVORO, segui la nostra GUIDA PER TROVARE UN LAVORO


IL PROSSIMO COLLOQUIO DI LAVORO TE LO FARA' UN ROBOT
Sicuramente in futuro i robot ci ruberanno il lavoro, anzi già da oggi le intelligenze artificiali cominciano a sostituire gli umani nei colloqui di lavoro, scartando o promuovendo i candidati in maniera del tutto autonoma. Il primo programma esperto in colloqui di lavoro si chiama Mya ed è attualmente utilizzata all'interno del portale FirstJob, dove ogni giorno migliaia di utenti cercano lavoro sul web. Secondo l'azienda, attraverso l'utilizzo del programma Mya è riuscita ad automatizzare il 75% del lavoro di selezione.
Mya è infatti in grado di analizzare il curriculum individuando eventuali requisiti mancanti, e di porre domande ai candidati in maniera simile a quanto avviene con un intervistatore in carne ed ossa e toccando le stesse tematiche: esperienza lavorativa, cultura, bonus aziendali, obiettivi, etc. Stranamente pare che chi è stato intervistato da Mya abbia avuto più possibilità di essere scelto, fino a tre volte in più rispetto agli altri candidati. Ovviamente il programma esperto si occupa solo dell'approccio iniziale, quello di scrematura: l'assunzione avviene ancora per mano umana. ma Mya è in grado di aiutare gli esaminatori umani fornendo una panoramica completa su esperienze e competenze dei candidati, e permettendo a loro di svolgere una selezione più completa e approfondita.
Per quanto riguarda i programmi di Intelligenza Artificiale applicata al recruiting Mya non è l'unico a svolgere questa funzione: lo fa già da tempo TARA, applicazione sviluppata da Y Combinator che aiuta le startup a trovare sviluppatori freelance via chat. Così come EstherBot, MessinaBot e Yodas nati per interagire anche attraverso i social e destinati a cambiare il mercato del lavoro, almeno per quanto riguarda il recruiting.

Infatti orientarsi nella giungla degli annunci di lavoro non è facile, così come non lo è, per le aziende alla ricerca di collaboratori, trovare il professionista più adatto alle loro esigenze. Le competenze richieste dalle aziende, sono l'inglese, l'Information Technology e l'uso dei nuovi media. Quanto alle attitudini, ai comportamenti, vi sono l'apertura mentale, l'etica, la capacità di lavorare in gruppo, l'impegno.
Anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha risolto il problema con la Business Intelligence, ovvero realizzando un motore semantico che interpreta e correla i milioni dati caricati sul suo portale ClicLavoro.
Qui, per dare un'idea dei numeri, nel 2015 sono stati inseriti 822.777 curricula e sono state pubblicate 84.270 offerte di tirocinio, collaborazione o impiego, corrispondenti a 129.839 posti vacanti. Per ogni mese del 2015, in media, piattaforma Web ha permesso a circa 21.800 persone di trovare lavoro. Ma non tutti sono così fortunati da trovare un lavoro con l'aiuto del Ministero del Lavoro.

COME TROVARE UN LAVORO
Ogni mese vengono offerti oltre 200 mila posti di lavoro, ma come accaparrarsene uno, se la concorrenza è spietata e i disoccupati sono oltre due milioni? Innanzitutto, occorre “lavorare sodo”, perché cercarsi un'occupazione è faticoso come un vero lavoro, è necessario porsi degli obiettivi, sapersi organizzare, e cercare gli strumenti giusti.
Avere le idee chiare è molto difficile, soprattutto quando si è giovani, comunque sicuramente non basta girarsi intorno per cercare annunci, o inviare Curriculum vitae alla cieca, o cercare annunci di lavoro sul primo giornale che ci capita sottomano, prima di cominciare la ricerca del lavoro, è invece necessario dotarsi di una serie di strumenti come LIBRI o MANUALI e GUIDE con tutte le istruzioni utili sia per compilare un Curriculum Vitae che per sostenere un colloquio di selezione, e che ci possano aiutare a cercare il lavoro su internet, sui social network su riviste, periodici o quotidiani specializzati, e che poi ci aiutino anche a rispondere a una inserzione di lavoro oppure a individuare le aziende che più interessano per poi contattarle di persona, per cercare quei posti di lavoro vacanti che spesso non vengono pubblicizzati (il cosiddetto “mercato del lavoro nascosto”).

COME TROVARE LAVORO SU INTERNET
Trovare lavoro su Internet è molto più facile che farlo tramite i giornali, infatti eccellenti siti Internet raccolgono inserzioni di ogni genere da tutte le parti d'Italia e permettono a tutti di trovare il lavoro che più si adatta alle proprie aspettative.

ATTENZIONE ALLE OFFERTE DI LAVORO TRUFFA L'albero degli zecchini d'oro non esiste! Premesso che NON esistono lavori onesti che permettono un facile guadagnano in breve tempo, troverete su internet tanti annunci truffaldini che promettono facili guadagni spesso lavorando da casa per pochi minuti al giorno. Molte di queste attività nascondono operazioni di riciclaggio di denaro con la ricerca di prestanomi per movimenti di denaro fraudolenti. Quindi non fatevi ingannare, accettando queste offerte potreste incorrere addirittura in reati da codice penale. Attenzione poi se vi chiedono username e password per accedere al vostro conto corrente online. In questi casi si tratta di phishing, frode online. Altri annunci truffa riguardano presunte operazioni di Multilevel Marketing: chi diventa socio dovrebbe procacciare a sua volta nuovi clienti all'attività facendo sottoscrivere, a questi ultimi, contratti simili a quello che ha sottoscritto lui; dietro questa definizione si nascondono attività puramente illegali in Italia, che non sono più Multilevel Marketing ma Catene di San'Antonio o strutture piramidali. La legislazione italiana con l'articolo 5 della Legge 17 agosto 2005, n. 173 rende illegali organizzazioni che “configurano la possibilità di guadagno attraverso il puro e semplice reclutamento di altre persone”. ATTENZIONE poi se si fa riferimento a spese iniziali da sostenere per ottenere il lavoro come l'acquisto di un e-book che vi permetterà di diventare un marketer di successo” o alle proposte di lavoro che prevedano un corso di formazione a pagamento, sappiate che anche questo non è legale. Attenzione anche agli annunci per lavorare come Hostess/Stewart, spesso nascondono attività legate alla prostituzione. Anche il mondo dello spettacolo è un settore pericoloso spesso vi promettono provini a patto che vi facciate un buon book costosissimo. Gli annunci di lavoro seri indicano sempre chiaramente il tipo di lavoro che si offre e i requisiti richiesti sia professionali che personali, attenzione quindi a chi non specifica subito il tipo di lavoro richiesto, ma vi richiede di presentarvi in un albergo per spiegazioni. Per ciò che concerne le offerte di lavoro a casa invece, diffidate subito da chi vi offre grandi guadagni in poco tempo, tenete conto che le cosiddette opzioni binarie non sono un lavoro, sono solo scommesse, avete il 50% di probabilità di vincere, ma la fregatura è che quando si vince si deve pagare una commissione del 10-30% ma quando si perde, si perde il 100%. Quindi anche se siete molto fortunati, basteranno poche perdite per mangiarvi tutte le vincite. Per questo quando comincerete a investire in opzioni binarie o Forex vi avviseranno in caratteri minuscoli/invisibili che: " Il trading è un attività di business/investimento altamente rischiosa e che necessita formazione e studio. E' possibile perdere il 100% di quanto si investe e nessuno potrà mai garantire risultati certi, neppure i professionisti. Per questo motivo le opzioni binarie e il Forex potrebbero non essere indicate per ogni tipo di investitore. Non dovresti investire denaro che non puoi permetterti di perdere. Prima di decidere di fare trading, dovresti essere pienamente consapevole di tutti i rischi e richiedere la consulenza di un consulente finanziario indipendente e debitamente autorizzato. Per nessun motivo possiamo essere ritenuti responsabili per qualsiasi danno o perdita totale o parziale causata da una transazione legata alle opzioni binarie o Forex CAPITO??? Quindi "trading" si può tradurre come "giocare in borsa" e oltre al fatto che non si tratta di un lavoro, si rischia di cadere nella LUDOPATIA, e cioè nel vizio del gioco, dopo ogni perdita si cercherà la rivincita e diventerà sempre più difficile smettere di giocare con pesanti conseguenze sul piano economico, sociale e familiare. Per maggiori informazioni vedi dipendenza dal trading on line Se avete dei dubbi sul lavoro che vi viene offerto consultate spammit.blogspot.it , un sito aggiornatissimo su tutte le truffe lavorative ecc..., altro sito interessante per sapere come proteggersi dalle truffe è quello di http://attivissimo.blogspot.it.

Ma forse a voi difficilmente potrà capitare l'avventura capitata a Mac Rosett un ragazzo statunitense plurilaureato che ha trovato lavoro addirittura soltanto navigando in rete. Praticamente è stato assunto da Google solo perché stava cercando le parole giuste e cioè un approfondimento tecnico su un linguaggio di programmazione potente e usato dagli ingegneri di Google, ma conosciuto solo dai programmatori più esperti: il Python. Su Google si sono accorti della sua ricerca online e gli hanno proposto dei quiz, superati i quiz è stato chiamato da Google per una selezione e poi superato un esame è stato subito assunto.
In effetti i metodi di reclutamento di Google sono un po' anticonvenzionali. Ma l'inadeguatezza dei metodi tradizionali per assumere è un dato di fatto. Per quanto una persona sia piena di talento, i curriculum sono sempre pieni di frasi fatte e pertanto quasi tutti uguali, per questa ragione negli ultimi anni si stanno diffondendo metodi alternativi, come gli hackathon, maratone no-stop promosse dalle società del settore informatico per lo sviluppo rapido di nuovi software e terreno di ricerca per idee innovative.
Tradizionalmente gli hackathon partono con una presentazione dell'argomento al centro dell'evento. I partecipanti avranno un tempo di lavoro di 24 ore per risolvere il problema e proporre le loro idee, i partecipanti consumano i pasti direttamente al tavolo di lavoro, con menu a base di pizza e di energy drink, e anche il pernottamento spesso avviene nella stessa location dell'hackathon. Al termine degli hackathon i partecipanti illustrano i risultati ottenuti, una giuria valuta i lavori e premia i più meritevoli con grosse somme di denaro o in certi casi, con l'offerta di un posto di lavoro.
Comunque per rimanere al tema di ricerche di lavoro con metodi più convenzionali, ovvero le ricerche su internet, uno dei siti migliori per trovare lavoro su Internet è Jobrapido. Nel sito, puoi cercare facilmente offerte di lavoro nella tua città digitando il tipo d'impiego che cerchi (es. Segretaria), scegliendo la città in cui trovare lavoro, e infine cliccando sul pulsante Trova.
Un altro sito importante è Vivastreet di Virgilio dove si può trovare offerte di lavoro suddivise per Regione, Provincia, Città, e tipo di contratto di lavoro (tempo determinato, indeterminato, a progetto, ecc.). Per rispondere agli annunci tramite posta elettronica, basta cliccare sul pulsante arancione Rispondi e compilare il modulo che compare. Per saperne di più entra nel nostro sito
www.trova-lavoro.info/cerco-lavoro

COME TROVARE LAVORO CON I SOCIAL NETWORK - FACEBOOK e LINKEDIN
Per trovare lavoro esiste oggi in Italia solo un social che funziona ed è LINKEDIN con cifre che viaggiano oltre i 6 milioni di utenti. Twitter non è costruito per questo genere di cose, rimane Facebook che però è utilizzato dai reclutatori molto meno di linkedin. Facebook infatti presenta problemi per quanto attiene alla riservatezza ed alla reale efficacia della comunicazione....
C'è poi da tener conto che molti hanno un profilo su FACEBOOK creato per giocare con gli amici, ma tale profilo può essere controproducente se viene esaminato dalla ditta a cui fate domanda di lavoro, magari come dirigente...
Tra candidati allo stesso lavoro la differenza la fa il vostro profilo su Facebook. E' questo il risultato di una ricerca fatta dall'università belga di Gand, che ha preso in considerazione oltre duemila candidati con profili molto simili, studi simili e via dicendo evidenziando che anche la foto sul profilo di Facebook diventava determinante per l'assunzione. Chi, nell'immagine social, trasmetteva «stabilità emotiva, affidabilità e apertura verso gli altri» aveva il «40% di probabilità in più di essere contattato per una prima selezione». Che le aziende "spiassero" l'account Facebook dei loro dipendenti, già si sapeva, la novità è che cominciano a farlo ancor prima dell'assunzione.
Per altre informazioni su Linkedin entra nel nostro sito
www.trova-lavoro.info/cerco-lavoro

COME PROPORSI PER UN PRIMO IMPIEGO IN MODO EFFICACE
IL COLLOQUIO DI SELEZIONE
Consigli utili per chi è alla ricerca di prima occupazione anche senza precedenti esperienze di lavoro.
Obiettivo del colloquio di selezione è lo scambio di informazioni fra il candidato e il selezionatore, per valutare l'interesse reciproco:
il selezionatore deve verificare se le esperienze e caratteristiche della persona sono in linea con le esigenze dell'azienda e dovrebbe fornire le informazioni sulla posizione e sull'azienda, per permettere al candidato di valutare l'offerta.
il candidato deve capire se la posizione offerta è in linea sue aspettative e qual è il grado di affinità con il futuro capo, oltre a raccontare di sé e delle proprie esperienze, in modo che l'azienda possa valutarne la corrispondenza con le caratteristiche ricercate.
In teoria durante il colloquio di selezione ognuno dovrebbe mettere a disposizione dell'altro informazioni e dati nell'interesse reciproco ma spesso non succede così, con il rischio da parte dell'azienda di assumere un dipendente scontento del suo ruolo, e dovere a breve riavviare una nuova ricerca. Per quanto riguarda il candidato c'è rischio di non essere confermato dopo il periodo di prova e dover cercare un nuovo lavoro.
In alcuni casi è l'azienda che fa delle promesse che poi non manterrà, in altre è il candidato che pur di trovare un lavoro concorre per posizioni poco interessanti che poi alla fine rifiuterà.
Per questo prima di affrontare un colloquio di selezione bisogna valutare la propria situazione professionale e psicologica per capire se si è in grado di rifiutare lavori poco interessanti o se invece si è costretti ad accettare qualsiasi tipo di impiego.

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A volte sarete contattati da una società di selezione, a volte dall'ufficio personale, a volte dal vostro futuro capo o dal dirigente dell' azienda, ma in generale ECCO UN ELENCO DELLE DOMANDE A CUI DOVRETE RISPONDERE ADEGUATAMENTE:

A) Ad un candidato giovane ed in cerca di primo lavoro verrà chiesto:

Cosa mi può dire di lei, dei suoi studi, delle sue aspirazioni?

Che mestiere/professione desidera fare?

Quali sono le sue aspettative?

Perché si è laureato/diplomato in .....

(nel caso di studi fuori corso) Come mai il suo percorso scolastico/universitario è stato più lungo del previsto?

Quali attività ha svolto durante gli studi?

Perché ha mandato il suo curriculum proprio a noi?

B) Ad una persona con maggiore età ed esperienza:

Cosa mi può dire di lei e della sua preparazione e delle sue aspirazioni?

Quali informazioni ha della nostra azienda?

Perché desidera cambiare azienda?

Quali sono le sue aspettative di carriera?

Qual è la sua richiesta retributiva?

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COSA RISPONDERE
1) Se siete alla vostra prima esperienza di lavoro
Presentate la vostra storia scolastica e universitaria, spiegate i motivi della scelta, raccontate quali materie o esami avete preferito. Prestate attenzione alla posizione di lavoro che vi viene offerta e chiedete magari ulteriori informazioni.
Evidenziate:

scelte scolastiche e motivazioni

militare o servizio civile

eventuali esperienze di stage

eventuali esperienze di lavoretti (anche non retribuiti, come collaborazione in attività della famiglia)

impegni sociali

eventuali esperienze di volontariato

interessi e hobby.

2) Se avete già maturato esperienze professionali
Illustrate, nel dettaglio la vostra storia professionale, precisate attività svolta e risultati prodotti e soprattutto:

aziende dove avete lavorato

posizioni ricoperte (concentrandovi sull'ultima)

descrizione del lavoro svolto in termini di: obiettivi - responsabilità - problematiche affrontate - budget - numero di persone gestite - motivi che vi hanno fatto cambiare lavoro

Al vostro futuro capo non interesseranno molto le vostre aspirazioni e ambizioni, in quanto vuole solo valutare le vostre competenze per vedere se possono essere utili all'azienda. Cercate quindi di capire con precisione di quale figura ha bisogna l'azienda così da poter proporre la vostra esperienza nel migliore dei modi.

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COME TROVARE IL LAVORO GIUSTO PER TE
Nelle nostre guide troverai consigli per trovare lavoro ma ancora meglio per trovare il lavoro giusto, ovvero un lavoro in cui si riesce a dare un contributo rilevante, ad essere apprezzati, sempre motivati e stimolati ricevendo le giuste gratificazioni.

COME SCRIVERE UN CURRICULUM VITAE
Oggi scrivere un curriculum perfetto non e' semplice, se si vuole emergere e catturare l'attenzione del selezionatore bisogna evitare il famigerato formato europeo standard e stendere invece il cv in base all'interlocutore cui ci si rivolge. Queste nostre guide riportano esempi e consigli per evitare sia gli errori più banali che quelli più gravi per cercare di convincere ad assumerti il più perfido dei selezionatori.

SPINTO DAL CORONAVIRUS

SMART WORKING ANCHE IN ITALIA

E' giunto davvero il momento dello smart working in Italia? Sembrerebbe proprio di sì. Anche perché è stato presentato recentemente un disegno di legge proprio per regolamentare questa nuova tipologia di lavoro.
Come si legge anche nella proposta, lo smart working (lavoro intelligente o lavoro agile o anche telelavoro) è una modalità di lavoro innovativa basata su un forte elemento di flessibilità, in modo particolare di orari e di sede. Il futuro dell'organizzazione del lavoro passa necessariamente da qui: lì dove il lavoro incontra le nuove tecnologie, infatti, nascono occasioni che non possiamo permetterci di ignorare e che ci portano a un importante cambiamento di mentalità.
Perché definire e disciplinare in via legislativa una nuova modalità di flessibilità del lavoro quando non solo ne esiste già una – il telelavoro – ma è anche nella stragrande maggioranza dei casi inattuata o comunque fortemente sottoutilizzata? Esattamente per questa ragione.
Da una parte, numerose ricerche dimostrano che chi lavora fuori dell'azienda è mediamente più produttivo dei dipendenti che sono in ufficio (grandi aziende internazionali riportano un aumento di produttività del 35-40%), si assenta meno (circa il 63% di assenteismo in meno) ed è sicuramente più soddisfatto, riducendo così le possibilità che decida di lasciare l'azienda, costringendo quest'ultima a investire risorse nella formazione di una nuova persona. Non solo: una recente ricerca prodotta dall'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano stima che l'adozione di pratiche di smart working in Italia potrebbe significare 27 miliardi in più di produttività e 10 miliardi in meno di costi fissi.
Dall'altra, però, nonostante i comprovati benefici, la forma principale per lavorare a distanza, il telelavoro, è effettivamente uno strumento ancora scarsamente utilizzato nelle imprese italiane: lo studio del Politecnico riporta che il telelavoro è presente nel 20% delle imprese ma disponibile a tutti i lavoratori solo nel 2% dei casi e nel 2013 la percentuale dei telelavoratori per più di un quarto del loro tempo lavorativo è stata appena il 6,1%. Questo a causa di una normativa molto rigida e restrittiva sull'argomento, che non tiene conto dell'evoluzione degli strumenti tecnologici a disposizione e che espone l'impresa interessata all'utilizzo di questa modalità lavorativa a costi e rischi troppo elevati, ad esempio in materia di sicurezza sul lavoro.
La proposta di legge è nata dunque, da un lato dalla necessità di superare questo blocco dando vita a uno strumento diverso rispetto al telelavoro, con caratteristiche e obblighi (per il lavoratore e per il datore di lavoro) propri, dall'altra di incentivare e accompagnare un profondo cambiamento culturale nella concezione del lavoro: il passaggio dal lavoro “a timbratura di cartellino” al lavoro per obiettivi, dove al lavoratore viene lasciata ampia libertà di auto-organizzarsi a patto che porti a termine gli obiettivi stabiliti nelle scadenze previste. Cadono, dunque, gli obblighi e i costi per l'azienda legati alla sicurezza sul lavoro presenti nel caso del telelavoro e viene predisposto un nuovo impianto in materia di sicurezza incentrato sull'informazione e sulla prevenzione, attraverso la fornitura di strumenti informatici adeguati. Inoltre, questa proposta configura lo smart working come strumento e non come tipologia contrattuale, con lo scopo di renderlo utilizzabile da tutti i lavoratori che svolgano mansioni compatibili con questa possibilità, anche in maniera “orizzontale”: qualche pomeriggio a settimana, tre ore al giorno, tutte le mattine, a seconda dell'accordo raggiunto tra datore di lavoro e lavoratore. Nonostante i benefici, sia per il lavoratore sia per l'azienda, siano evidenti e numerosi, si è deciso di agevolare ulteriormente l'adozione di questo strumento estendendo gli incentivi fiscali alle aziende che adottano modalità di lavoro agile.
Oltre al disegno di legge che prevede tra le altre cose parità di indennità assicurativa e di trattamento economico per i lavoratori cosiddetti “smart”, i risultati di una ricerca effettuata da Ales Market Research per Citrix Italia, azienda IT che realizza soluzioni per mobile workspace, racconta un Paese pronto per cambiare marcia.
Il sondaggio è stato eseguito intervistando online un campione di 600 persone (smart worker) uomini e donne tra i 18 e i 50 anni ed equamente divisi sul territorio nazionale. Il 70% del campione ha un impiego a tempo pieno, il 30% part time. Il 20% del campione lavora in ufficio ma passa una percentuale del proprio tempo lavorativo superiore al 25% lontana dalla postazione di lavoro.
Lo scenario in cui è maturato il report è quello della progressiva scomparsa di giornate in ufficio scandite dalle canoniche otto ore di fronte a una scrivania. Anche la parola telelavoro non basta a descrivere la rivoluzione che sta investendo il modo in cui tutti lavoriamo, ovvero da luoghi sempre diversi e su qualsiasi dispositivo. Si lavora in ufficio ma anche da casa, dal taxi o da sedi dislocate, utilizzando spesso e volentieri tablet e smartphone, non necessariamente aziendali.
Dall'indagine emerge che il lavoro in mobilità piace al 70% degli intervistati, e che gli stessi sarebbero anche disposti ad aumentare il numero di ore di lavoro settimanali fino a cinque in più, pur di beneficiare dell'elasticità che lo status di lavoratore mobile gli garantisce.
Che cosa piace del lavoro mobile? Innanzi tutto per il 68% del campione esso rappresenta la possibilità di avere orari di lavoro migliori con una migliore worklife balance, mentre il 65% apprezza il fatto di poter risparmiare il tempo di viaggio e il 64% è convinto di poter migliorare, grazie a questa formula, la propria produttività.
I benefici del lavoro smart, però, non si limitano a questo. Il 54% ritiene infatti che i soft skill di flessibilità e di orientamento agli obiettivi a esso legati permettano di arricchire il proprio curriculum e facilitare la ricerca di un nuovo lavoro, mentre il 46% pensa che la propria organizzazione dovrebbe investire di più nello smart working.
Naturalmente non ci sono solo vantaggi quando si parla di smart working. La possibilità di essere sempre raggiungibili rappresenta ad esempio una preoccupazione per il 38% del campione, seguita da quella di eccedere con il numero di ore e dall'importanza di mantenere comunque una divisione tra lavoro e vita privata, mentre il 33% teme la perdita della dimensione sociale del lavoro a causa delle minor interazioni con i colleghi. Secondo il 36% questo aspetto potrebbe essere preoccupante anche dal punto di vista dell'azienda che vedrebbe diminuire lo spirito di gruppo e di appartenenza a un team.
Passando al punto di vista delle aziende, secondo l'80% degli intervistati all'interno della propria organizzazione il lavoro mobile è sostenuto, anche se il 50% di questi afferma che ciò avviene più per iniziativa dei dipendenti che per una politica precisa e codificata (che esiste solo nel 20% dei casi).
Ma che cosa significa, nella pratica, supportare il lavoro mobile? Il 37% degli intervistati afferma di essere in grado di accedere ai dati e alle applicazioni che si usano abitualmente da più dispositivi e il 32% di usufruire di procedure di accesso e autenticazione semplificate. L'accesso ai dati e alle applicazioni professionali viene garantito con continuità nelle ore notturne e nei fine settimana solo al 25% del campione mentre solo il 16% ha a disposizione un app store aziendale dove accedere a tutte le app necessarie.
L'utilizzo di applicazioni di lavoro su dispositivi personali è consentito intorno al 90% dei casi. Per tutti i dispositivi, la connessione più utilizzata è il Wi-Fi, seguita dal cavo nel caso del desktop (44%) e dalla connessione 3G/4G per tablet e smartphone. E proprio in materia di connessione si registrano i principali problemi tecnici degli smart worker. Il 33% lamenta infatti problemi di connessione, il 31% di caricamento lento dei dati e il 26% rileva problemi nel momento in cui deve collegare i dispositivi ad altre apparecchiature.

OGGI LA CRISI DEL LAVORO CAUSATA DAL CORONAVIRUS COVID-19 HA RESO INDISPENSABILE LO SMART WORKING e ci si è resi conto della fortuna di aver avuto a disposizione questa possibilità di tele lavoro visti i benefici evidenti, sia per il lavoratore sia per l'azienda.
Il ricorso massiccio al lavoro agile per far fronte all'emergenza coronavirus si è rivelato una grande opportunità per il mercato del lavoro: le aziende e i lavoratori hanno subito scoperto i benefici derivanti da una forma di svolgimento della prestazione di lavoro che mette al centro del rapporto tra le parti la fiducia, per ottenere più produttività ma anche più flessibilità nella gestione del tempo e dello spazio di lavoro.
L'emergenza sanitaria ha di fatto obbligato aziende e lavoratori a stare lontani dagli uffici senza però sacrificare la produttività ma anche quando si tornerà a una situazione di totale normalità, questo approccio rimarrà. Non in forma esclusiva, certo, ma secondo un'indagine effettuata dalla Microsoft si vedrà un'alternanza fra ufficio e lavoro da casa. Infatti il lavoro a distanza porta una serie di vantaggi, ma pare che provochi un maggiore affaticamento.
Quindi da interviste effettuate a lavoratori da remoto, è emerso che alcuni lo adorano (soprattutto i pendolari) mentre altri proprio faticano ad abituarsi al concetto di dover svolgere le proprie mansioni da casa, soprattutto nel caso in cui si abbiano dei figli piccoli. Comunque pare che almeno il 70% dei dipendenti desidererebbe continuare a lavorare da casa, almeno per parte del tempo.
Tuttavia, il modo necessariamente improvvisato con cui il sistema produttivo si è avvicinato allo smart working potrebbe far emergere il problema della gestione dei controlli sul lavoratore di non facile soluzione.

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