S. UBALDO,
IL VESCOVO CONDOTTIERO
Nel 1115 fu ordinato sacerdote
e nel 1118 divenne priore della canonica di San Mariano. Riformò la vita
canonicale adottando la regola che Pietro degli Onesti aveva scritto per Santa
Maria del Porto a Ravenna. La regola era fatta di silenzi, digiuni, preghiere e
carità. Egli si disfò di tutti i suoi cospicui averi, lasciandone una piccola
parte ai parenti e donando il resto ai poveri. Fu un grande esempio
"francescano" 80 anni prima di San Francesco.
Nel 1126 rifiutò la nomina a
vescovo di Perugia, ma nel 1129 fu costretto dal papa Onorio II ad accettare
quella di vescovo di Gubbio. Egli però non mutò mai il suo stile di vita,
nutrendosi spesso di solo pane duro e dormendo in un letto fatto di poca
paglia. Fu per questo, inizialmente, amato e odiato da chi in lui non
riconosceva un vescovo, ma egli "mai rese ad alcuno male per male".
In seguito però i sentimenti
di stima e affetto verso di lui crebbero nella popolazione, per i numerosi atti
di umanità compiuti. Si ricorda, ad esempio, il suo intervento per sedare i
tumulti che avevano trasformato Gubbio in un campo di battaglia e sembravano
essere l'inizio di una guerra civile: egli si gettò in mezzo alla mischia e si
buttò al suolo, fingendosi morto; solo allora gli eugubini si fermarono, e
quando egli si rialzò, alle sue parole di pace, posero le armi.
Sant'Ubaldo più volte
intervenne in difesa della sua città, come quando non potendo evitare la guerra
si decise a "capeggiarla", convocando il popolo ed infondendovi la
forza della fede in Dio, giudice supremo; così Gubbio riuscì a sconfiggere, in
una sola volta, ben 11 città nemiche.
Nell'anno 1155 l'Imperatore
Federico di Svevia, detto il "Barbarossa", dopo aver raso al suolo
Spoleto, si fermò a Gubbio esigendo una somma enorme per evitarne la
distruzione. Ancora una volta il vescovo Ubaldo, ormai vecchio e malato, scese
in campo e si presentò all'Imperatore che da tempo voleva conoscerlo. Alla sua
vista, il "Barbarossa" chinò il capo e chiese la benedizione. Gubbio
fu risparmiata.
Dopo una lunga e tremenda
malattia, dopo aver compiuto numerosissimi miracoli, ma ricordato dal popolo
soprattutto per la sua determinazione e per la sua dolcezza, Sant'Ubaldo morì a
Gubbio il giorno 16 di maggio 1160.
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SANT'UBALDO, I DELLA ROVERE E BARCHI
Barchi è un piccolo centro posto sulle colline fra Metauro e Cesano, in provincia di Pesaro-Urbino.
Intorno al XII sec., Barchi viene segnalato come "castrum" appartenente al comitato di Fano.
Prima, Barchi era solo un piccolo villaggio, agglomerato intorno alla chiesa di San Martino, la quale dipendeva dall'Eremo di Fonte Avellana e si trovava lungo l'antica strada romana che si distaccava dalla Flaminia, risaliva il corso del Tarugo, per poi scendere a valle, fino al Cesano.
Barchi
divenne nel 1538 capoluogo di Vicariato e centro di grandi attenzioni da parte
dei duchi di Urbino che incaricarono l'architetto di corte Filippo Terzi di
ricostruire quasi per intero l'abitato e il pittore di corte Antonio Cimatori
detto il "Visaccio" di abbellirne la chiesa.
L'antico castello guelfo di Barchi, un tempo arroccato dentro le sue alte mura e intorno alla chiesa, è tramutato in una vera e propria cittadina rinascimentale, la nuova porta, non è più un baluardo difensivo, ma quasi un arco trionfale; mentre esattamente al centro dell'abitato sorge la torre e il palazzo del comune, simbolo del rinnovato potere comunale.
I duchi avevano stretti
legami con Barchi, nel quale possedevano, sin dal '400, un palazzo utilizzato
come residenza estiva e come alloggio durante le battute di caccia nel
territorio di Campioli ad essi riservato. Inoltre forti erano i legami con i
nobili barchiesi e i Della Rovere, si ricordi ad esempio la figura di Ascanio
Libertani Inquisitore di Malta e poi vescovo di Senigallia che fu in ottimi
rapporti con il duca Francesco Maria II.
Il filo conduttore che lega i
Della Rovere a Barchi è proprio Sant'Ubaldo, patrono di Barchi, sin da quando,
durante un pellegrinaggio, vi fondò un centro spirituale, e forse la stessa
chiesa del castello, a lui dedicata dal medioevo.
I duchi di Urbino furono
sempre devotissimi al santo di Gubbio. A lui si rivolsero nei momenti in cui le
casate sembravano dover finire per mancanza di figli maschi: dopo aver ottenuto
otto femmine da Federico di Montefeltro, Battista Sforza (chiese ed ottenne)
l'intercessione di Sant'Ubaldo e al figlio maschio mise il nome di Guidubaldo
(nato a Gubbio il 24 gennaio 1472), Guido in onore degli antenati ed Ubaldo in
onore del santo. Così alla fine del ducato sarà di nuovo Francesco Maria II ad
ottenere la grazia, con la nascita del sospirato erede Federico Ubaldo, che
nacque proprio il 16 maggio, giorno dedicato al santo. In tante altre occasioni
i duchi si rivolsero al patrono di Barchi (oltre che di Gubbio),
ricompensandolo con la costruzione o con l'ampliamento di chiese o basiliche
(come avvenne per la guarigione di papa Giulio Della Rovere, quando le duchesse
Elisabetta ed Eleonora Gonzaga fecero ingrandire la chiesa dedicata al santo a
Gubbio), o coniando monete (quattrini, piccioli, scudi d'oro) con la sua
effigie.
La chiesa del castello di
Barchi, fu allungata e maggiormente ornata, secondo il gusto dell'epoca che
anticipa ormai il barocco, agli inizi del '600. Fu riconsacrata con gran festa,
il 20 agosto 1605, dedicandola di nuovo a Sant'Ubaldo in onore della nascita
del principe ereditario.
Nel 1644 i priori di Barchi
ottennero da quelli di Gubbio la mitria originale del santo tolta dal suo corpo
incorrotto, conservato nel santuario di monte Ingino nella città umbra. A
ritirarla per conto della comunità fu Domenico De Grandis, che la scambiò con
una di "ugual valore" da porre sul corpo di Sant'Ubaldo.
Oltre alla mitria, a Barchi si
conservano nella chiesa parrocchiale, un tempo colleggiata di Sant'Ubaldo, oggi
detta della Resurrezione, due immagini del santo patrono: in una il
"Visaccio" lo ha dipinto con un meraviglioso abito sul quale
campeggia lo stemma di Barchi, mentre nell'altra è raffigurato ai piedi della
croce.
La statua di Sant'Ubaldo,
vescovo condottiero, da 800 anni patrono di Barchi, lo rappresenta con il paese
in mano pronto a proteggerlo, come protesse la sua Gubbio dal
"Barbarossa".
Rebecchini Adolfo e Marco De Santi.
PREGHIERA
0 Dio,
Padre buono e misericordioso,
che hai scelto S. Ubaldo
come messaggero di pace
e testimone del Vangelo
in mezzo al tuo popolo,
ascolta la preghiera
che ti rivolgiamo
per sua intercessione.
Santifica le nostre famiglie,
aiutale a crescere nella fede;
conserva in esse l'unità,
la pace e la serenità.
Benedici i nostri figli,
proteggi i giovani e gli anziani.
Soccorri quanti soffrono
nel corpo e nello spirito.
Sostienici
nelle fatiche d'ogni giorno
donandoci la tua pace
e il tuo amore.
Per Cristo nostro Signore,
Amen.
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