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TU, COME LA LUNA Stanotte t’ho sognata come amore, tu, della notte mia, unico albore… e… all’improvviso, eccoti, o Luna, sorgere nel mio cielo senza stelle. Dolce e ridente, il tuo volto rischiara la mia notte. Antelucana, la tua lattea luce allaga soffusa il mio essere e deborda e dilaga e... ne trabocco raggiante. Lucore tremulo d’astro nascente, insperato come rugiada sopra un disseccato deserto. Ma quando, tornata inattingibile, ti rivesti del tuo alone di mistero... la mia felicità si eclissa e, illune, torna la notte... |
«Ècci alcuni che altro che transito di cibo e aumentatori di sterco e riempitori di destri chiamar si debbono, perché per loro alcuna virtù in opera si mette; perché di loro altro che pieni e destri non resta». Leonardo da Vinci L’UOMO “CAPIENTE”
UN CONTENITORE, FRA TUTTI
IL PIÙ…
“CAPIENTE”, DI MERDA,
È L’UOMO. |
CONCHIGLIA NEL MARE IO SONO UNA CONCHIGLIA E TU SEI IL MARE, SU QUESTA RIVA NAUFRAGATO UN GIORNO, IN ME TI SENTO ANCORA RIMBOMBARE. NO HO CHE UN DESIDERIO, O PADRE MIO, NEL GRAN MARE DELL’ESSERE DI POTER RITORNARE IN TE, O MIO DIO. |
LA TRISTE STORIA DI SER VANNI «Fu sopra il Monte di Santa Maria ch’avvenne, gente, questa storia ria. Baldo de messer Armanno fu l’autore d’un inganno, ma di morte, la vivanda, gliela diêr quei de Ghirlanda. Di buon mattin da Costaciar partîro, a ser Vanni per infliggere un martìro. Di cacciar fingendo allo sparviero invitar si fêro al suo maniero, e, aspettando di fare colazione, il castello tolsero al padrone, la vita, poi, strappando al castellano, finanche il Monte gli tolsero di mano. E, in mezzo a un balenìo di tuoni e lampi, ingordi, sangue, tracannâro i campi».
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“RAFFICA DI BACI” SOLO, IN APERTA CAMPAGNA, SCORDATO E SCONFORTATO DA TUTTI, TI SOFFIO UNA FOLLIA DI BACI, RAFFICA A SALVE DI MITRAGLIATRICI. VILLA, 12/02/1999 EURO PULETTI |
ABISSI Neri abissi della terra, il vostro buio è luce, plenitudine il vostro vuoto. Nelle vostre sfolgoranti tenebre, braci ardenti di cosparse di stelle, voglio accecare la mia vista troppo acuta. E precipitare, io voglio, nel mare delle vostre ombre, e mai più emergere da esso. Annegare voglio nella vostra immensità e il vostro silenzio sia l’arcana musica che mi culli in eterno. E la mia solitudine sia magnificata dalla vostra vacuità incolore, affinché il vostro Nulla sia il mio Tutto. Di vuoto voglio riempirmi, e ritornare a quel Nulla, da cui ebbero origine tutte le cose. Silenzio, Solitudine e Tenebre, siate i miei padroni ed annullate il mio essere nel vostro Nulla, ricolmo di Tutto. |
SPIRITO DELLA MONTAGNA
A Te un altare voglio innalzare, Spirito della Montagna,
di sudore e di sangue impastarne la calce,
di lacrime e riso voglio farlo, e, facendolo,
cantare la Tua gloria voglio, Spirito del Mare,
dell’Alto e del Basso unico reggitore,
delle infere regioni fiato possente,
che le nubi sollevi e sospingi
e degli uomini schiacci l’insensato orgoglio.
A Te, un altare di carne ed ossa,
di bontà e cattiveria erigere voglio,
Spirito della nera terra,
che ci volesti un giorno innalzare al di sopra di essa,
perché potessimo sporgerci ad afferrare un azzurro lembo di cielo.
A Te un altare voglio dedicare, di sogno e realtà,
di neve e di fuoco, voglio costruire, Spirito delle Sorgenti,
che dai calcinati ossami della terra, con vivificante impeto,
grandi, gelidi e turbinosi torrenti fai scaturire.
A Te, che fai fiorire il deserto, Spirito della Pioggia,
un altare di sabbia e fumo erigere voglio.
E, quando, quest’altare sia finalmente compiuto,
su di esso voglio ardere le mie carni, Spirito del Vento,
e le aeree ceneri posare voglio sul Tuo ansante petto, Spirito della Vita.
E le mie disperse parti, in una sola essenza riunire voglio, Spirito della morte,
e, nella morte trovare la vita, e, nell’olocausto del fuoco,
al fuoco il mio riso mostrare, Spirito della Gioia e del Dolore, re del Tutto e re del Nulla.
Eterna Unità, Spirito immenso ed indiviso,
fa’ di me , folle scoria del Tuo Tutto, molecola essenziale del Tuo Nulla.
In te, Spirito, voglio scomparire e lasciare la dolorosa coscienza del dolore e della morte,
che, quale belva feroce e insaziabile, dilania il mio spirito.
In Te morire voglio e il desiderio supremo, in Te, spegnere,
affogando nella folle coppa, che trabocca del Tuo vino rosseggiante e vivificante nel profondo.
E, bevendo, ridere, ebbro nella plenitudine della Tua luce,
per sempre, Spirito!
“La mia allegrezz' è la maninconia”
MICHELAGNOLO BUONARROTI
SCONFITTA SCONFITTA SU SCONFITTA COSTRUIRÒ UNA PALAFITTA, NEL FANGO PROFONDAMENTE INFITTA, COME CROCE SUL GOLGOTA CONFITTA. QUALE PENA INIQUAMENTE INFLITTA, SIMBOLO APPARENTE DI SCONFITTA, AGLI INSULTI DEL TEMPO STA DIRITTA, CON LA SUA CIMA SVETTANTEMENTE INVITTA. LA MIA VITA, SEMPRE PIÙ DERELITTA, COME DI CRISTO, NEL FIANCO LA FITTA, SEMPRE PIÙ M’ADDITA LA VIA DRITTA. |
GIOVE APPENNINO
QUANDO DAL CIELO FORTEMENTE PIOVE,
È SOLO TE CHE HO IN MENTE, O PADRE GIOVE.
GIOVE SOMMO, GIOVE PLUVIO,
CHE SCATENI OGNI DILUVIO.
TU, GRAND’ECO NELLE RUPI,
RIMBALZANTE NEI DIRUPI,
ULULAR DI MILLE LUPI.
TU, LAMPANTE E TU SAETTANTE,
TI RIVELI IN UN ISTANTE.
TU, CHE SCAGLI LA SAETTA,
METTI IN ATTO LA VENDETTA.
QUANDO CADONO I TUOI DARDI,
OGNI LUOGO TU LO ARDI;
QUANDO, POI, LANCI I TUOI STRALI,
TUTTI GLI ESSERI FAI UGUALI.
TU, IL PIÙ GRANDE, IL DIO DEL CIELO,
CHE LO SQUARCI COME UN VELO.
TU, CHE IL GRAN CUMULONEMBO,
LO TRASCINI PER UN LEMBO,
E LO CULLI NEL TUO GREMBO,
PRONTO PER UN NUOVO ARREMBO,
TU, DELL’AQUILA IL GRAN VOLO,
TU, IL DIO GRANDE, TU IL DIO SOLO.
OTTIMO MASSIMO, TU, IL DIO,
TU, DELL’ARIA, IL MORMORÌO,
TU, DEL CIEL, LO SFAVILLÌO,
TU, DI NUBI, IL BRONTOLÌO,
TU DI LAMPI, IL BALENÌO,
NELLA PIOGGIA, GRANDINÌO,
DI TEMPESTE, IL TURBINÌO,
DELL’ALBA, TU, BALUGINÌO.
O SUPREMO E GRAND’IDDIO,
TU, CHE FAI L’IRADIDDIO,
TU, GRAN GIOVE DELLA ROVERE,
CHE SU ESSA SAI FAR PIOVERE
LE TUE FULMINEE FOLGORI,
TU, CHE, PIÙ DI TUTTI, SFOLGORI,
TU, CHE, SU TERRENO EMPIO,
FAI INNALZARE, ALTO, UN TEMPIO,
TU, CHE APPARI IN UN BALENO,
TU, CHE SEI BATTIBALENO,
TU, CHE SEI L’ARCOBALENO.
DI PIETRA, SU UNA SEDE,
VOTIVA, UNA DEDICA SI VEDE,
ALLA PIAGGIA DEI BAGNI RITROVATA,
ED AL GIOVE APPENNINO CONSACRATA,
AL “DIO DELLA MONTAGNA” DEDICATA,
AL GRAN “GIOVE DELLA BALZA”,
CHE, QUI, ALTISSIMA, S’INNALZA.
TU, CHIAMATO, UN DÌ, “GRABOVIO”,
TU, IMPONENTE PADRE GIOVIO,
TU SEI GRAN NUBE PLUVIALE,
TU SEI GRAN SOLE GIOVIALE,
TU, NELLA FOCE DE SOMBO,
SEI PADRON D’OGNI STRAPIOMBO.
FORTE, RIMBOMBA IL TUO SUONO,
CHÉ TU SEI ROMBO DI TUONO,
ALTE GIUNGON LE TUE VOCI,
DEI MIEI MONTI GENIUS LOCI.
DOLCE RISVEGLIO Quando la vita È incubo, Dolce risveglio È la morte! |
BIANCA LUNA La luna è all’apogeo, Bianca è la selva, Il cielo, Tutto intorno alla terra, È senza velo. Vanno le stelle mie In cerca di cielo: Spose novelle Senz’abito né velo. Mi trema il cuore, Come un rosso fiore, Scosso dal vento. Un sole, sorgendo, La mattina, L’aria fa… divina. Fossi un uccello, e, dal fiorito suolo, Spiccar potessi dalla terra il volo; Andar per l’aria, nel chiaror lunare, In seno al vento, trasvolare il mare! Oh! Come dolce suona la foresta, Come un armonium, come una Celesta. Tutto il creato ne è in tripudio, in Festa! Or chi son io, Dio mio, mio Dio? Odoran le miosotidi e le viole Lungo i torrenti… Le Senti? Le Senti? Brilla la terra, madida di brina, Tutta d’argento è l’aerea collina. Possa ogni gioia, che in cuor m’urge, Soave, tutta del core l’aura liberare! Fischiano i merli nel silenzio. Laggiù, nel giardino, È tutto un concerto d’uccelli, Là, tra le palme. Di nuovo, la luna è tonda, ma a Nuovo. Le stelle si consumano nei loro Bracieri. Il mio vestito rosso pende dietro la porta: Datemi, datemi il mio vestito rosso! Che io voli là, dove gli uccelli levano I loro gridi, altissimi! Fra le rose ed i gigli: E nelle spine m’impigli! Là, nel giardino nero, Sotto le stelle, mi cullano Gli scuri tuoi capelli ed il tuo Sguardo, Che rallegra un raggio di sole. Innanzi, foglia lieve, Mi volteggi, e, simile a piuma, tu Veleggi. Oh! Dolce Amore, Mi sei ora come la farfalla In seno al fiore, e, al tuo tocco, Leggiadro, Sento balzarmi il cuore. È il mio scalpitante cavallo che batte La terra. Ahi, quel tamburo, quel tamburo che Batte! Ah, le stelle, spegnete le stelle! Il cosmo è un rogo… Chiudete i balconi! Più non soffro quel battito… Incalzante. Laggiù, fra i palmizi dell’oasi fiorita, Il mio corpo germoglia come un Roseto, A maggio. Fiumi di luce fluiscono verso i flutti Tempestosi Della mia anima. No, aprite, Che io veda il lampeggio delle stelle Sul mio giardino, un tempo Ottenebrato. Il tamburo! Il tamburo! Tu così preziosa come l’oro, Così stabile come scoglio, Cui s’ancori un’anima perduta. Così preziosa come l’aria, Così gratis come una carezza, Con la tua scia di dubbi e di Certezza, Oh, tu, te ne prego, fa tacere quella Musica! Mi scuote, mi squassa, Tale una grancassa, Come il vento una betulla, Che, alta, abbassa Ed annulla. O violini, violini, tacete, di Rosanna: Quest’anima è involta in una Fiamma. Le stelle, bellissime, splendono Nel gran Lago siderale… Ormai troppo, troppo ormai reale, Profuma il vento solare. Chi suona così? Chi fa queste corse? Il mio cuore, può darsi? Il tuo, forse? Laggiù nella selva… laggiù? Si gonfia la mia vela Ed miei piccoli piedi saltellano. Come roseo uccellino all’intorno, Ti sento venire… Ed io, mi sento, mi sento… svanire. La tua chitarra è come una fonte, da cui sgorgano Stelle d’oro, Su me, che ne riluco Raggiante. Ricolmami della tua plenitudine! Inebriami ancora del tuo balsamo! E le mie stelle ritroveranno il cielo! |
SBUFFO DI FUMO
Appiccato ho il fuoco a tutte le sorgenti, l’acqua ne ribolle, fiamme sgorgano dalle affumicate bocche della terra, fiumi di fuoco serpeggiano nelle pianure, che avvampano di calore. Divampano roghi inestinguibili nei laghi, ed mari di fuoco crepitano nel grande oceano delle braci. Tutto il mio essere è in fuoco, in fiamma, in cenere e la sua anima si esala nell’aria come diafano sbuffo di fumo.
"ANIMA SALVA" “Preghiera in gennaio” per Fabrizio de Andrè NEL TEMPO CHE IL MONTE SI VESTE DI NEVE E LA SUA CIMA BRILLA DOLCE DI BRINA CHE RIDE E CHE SCINTILLA… …DELLA TUA VOCE IL CANTO IN NOI SI SCIOGLIE IN PIANTO. TROPPO PRESTO, IL TUO FIORE SI È CHIUSO, TROPPO PRESTO, TI HA CARPITO IL FATO, TROPPO PRESTO, STRAPPATO AL NOSTRO AFFETTO DI FIGLI E DI FRATELLI, NEL FULGORE SUO INFINITO, PRESTO, IL SOLE TI HA RAPITO. MA L'ANIMA TUA GRANDE, SALITA AD ALTE SFERE, NEL MIO RICORDO È BELLA, NEL MIO CUORE CARA, DEL MIO VOLO ALA. AQUILA LIBRATA, VASTA, DI LUCE SOPRA UNA VALLATA, DI RONDINI SFERA, PROMESSA DI PRIMAVERA, CALMA E DOLCE COME SERA, CHE L'ANIMA MIA SPERA, PULVISCOLO DI STELLE, RUGIADA SULLA PELLE. ROSA DI NEVE, DISCHIUDITI AL CALORE DEL NOSTRO ETERNO E SEMPRE VERDE AMORE! DISPIEGA ANCORA I COLORATI PETALI AL SORRIDENTE ASTRO! FREMI DI NUOVO, ANIMA BELLA, ALLE VIVACI BREZZE DELLA STAGION NOVELLA! PER TE, ORA, TUTTO HA INIZIO, MAESTRO MIO… FABRIZIO. 11 GENNAIO 1999 |
“LETTO, LETTO, LETTO!!!”
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POESIA TRILINGUELa stretta commistione fra significato, suono e ritmo rendono estremamente difficile la traduzione di una poesia in lingue diverse dall'originale, perché il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, ma quando è il poeta stesso a fare la traduzione allora il risultato può essere sorprendente....« J’aurais voulu… » Par Euro Puletti J’aurais voulu te donner tant J’aurais voulu te rester dedans…
J’aurais voulu être ta tiédeur constante Sur tes épaules, la plus chaude des mantes J’aurais voulu être, sur tes mains, un gant De tous tes doigts le chaleureux amant J’aurais voulu te dire que je t’aimais et combien J’aurais voulu te recouvrir, toute, de biens J’aurais voulu t’arrêter le temps Mais toi, hélas, tu t’en allais, entre-temps Toi, désenchanté, mon seul charme Brisé songe de mon cœur en larmes Et il me montait, désormais, seulement Du moi profond, bien triste, un chant Et, des choses à jamais éteintes, La grande complainte AVREI VOLUTO…
di Euro Puletti
Avrei voluto darti… TANTO. Avrei voluto starti… ACCANTO. Avrei voluto farti… DI CALORE UN MANTO. Avrei voluto essere… Sulle tue mani un GUANTO. Avrei voluto dirti… CHE T’AMAVO, E QUANTO. T’avrei voluto… MA TU PARTIVI, INTANTO, TU, DISINCANTATO, MIO L’INCANTO, INFRANTO SOGNO DEL MIO CUORE AFFRANTO. E mi saliva… ORMAI SOLTANTO, Dal profondo... UN CANTO, E, delle cose non vissute: IL GRAN RIMPIANTO. “I would have”… By Euro Puletti I would have given a lot… to you. I would have standed… close by you. I would have made a hot mantle… to you. I would have been a glove… on your naked hands. I would have told you… that I loved you, and how much. I’d have wanted you… but, in the meanwhile, you were leaving, You, my disenchanted charm, Shattered dream of my broken heart. And only anymore a song was coming up… from the core of depth. And of the unlived things: a great regret. _______________________________________________________________________________ Traduzione della Professoressa Maria Stefania Naso |